La mamma è sempre la mamma e papà è sempre papà quando non c’è la mamma!

Che la mamma è sempre la mamma lo sapevo  per esperienza propria visto che sono più legato a mia madre anche se mio padre non è solo un padre ma anche un amico.

Adesso che sono anche io padre, cerco di fare il 400% per aiutare e perché Nicola senta la presenza di papà non solo per giocare ma anche all’ora di lavarsi i denti, mangiare la pappa e cambiare il pannolone.

Quando non c’è Sara, tutto fila liscio. C’è più intimità e Nicola è più coccolone con me. Si lascia cambiare il pannolone e si lava i denti senza problemi.

Quando arriva la sera e torno dal lavoro oppure nei weekend che  ci siamo tutti e tre, allora non c’è verso che voglia lavarsi i denti con me oppure cambiarsi i vestiti. Dice subito :”Papà no!, via via!”.

Io cerco di non mollare, anche perché nel frattempo Sara fa altre cose:pulisce la cucina, lava i pavimenti, e lo porto in bagno e non ci muoviamo finché non si lava i denti. Provo a cantargli una canzone come fa Sara e non c’è verso. Allora ne parlo con “El Indio”, una statua di un indio Azteca che abbiamo in bagno, e gli dico che Nicola non si vuole lavare i denti, “El Indio”, cio è Io, parla con voce rauca  e ordina a Nicola di lavarsi subito i denti. Lui lo fa per un po’ e poi molla.

Quando arriviamo al punto in cui ha succhiato tutto il dentifricio e non vuole più aprire la bocca e si mette a piangere, allora passo alla seconda minaccia “Che Guevara!”. Sì, Nicola rispetta il Che, un calendario con le sue foto che ho appeso in camera. Lo porto davanti al calendario e racconto al Che di tutti i vizi di Nicola.Subito smette di piangere e quasi sempre finisce che riesco a lavargli i denti dopo mezz’ora.

Dominca scorsa ero un po’ stanco di questa storia tutti i giorni e ho deciso che ci sarebbe stato un  “castigo” se faceva le stesse storie. Si è messo subito a paingere dicendo che “papà no, mamma”. Gli dicevo  in spagnolo: ” non vuoi lavarti i denti?” lui rispindeva paingendo :”Nooo!” Allora l’ho seduto sull’asse del gabinetto e chiudevo la porta del bagno e ogni 45 secondi gli facevo la stessa domanda e sempre, per 15 minuti, ha risposto “noooo!”.

Era al punto di una crisi di nervi e ho avuto paura che stessi esagerando. Mi è venuto da piangere vedendolo in quello stato di paura e sconvolgimento. L’ho preso , l’ho abbracciato e  siamo andati in camera a prendere il suo orsacchiotto e il suo ciuccio. Dopo cinque minuti con Sara, si è clamato un po’. Sara gli ha detto di scusarsi con papà e lui è corso verso di me, mi ha abbracciato e ha detto :”cusa!”. Io l’ho stretto forte forte e gli ho detto, sempre in spagnolo, ” Discùlpame tù , mi amor!”, L’ho abbracciato forte forte e ho pianto più io di lui.

Ho dimenticato che anche se devo educarlo è solo un bambino e le regole le deve imparare a poco a poco e che non sempre il castigo o l’isolamento funziona.

Adesso la nuova strategia è che quando c’è mamma e papà ci laviamo i denti tutti insieme e mamma spazzola un po’ e poi anche papà.Così diventa più un gioco che non un cattivo dovere ogni sera