Telefonare a Cuba con Voipstunt
Una collega mi ha parlato di voipstunt e sembra che le tariffe per Cuba siano interessanti.
Questa sera gli do un’occhiata
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La pronuncia dello spagnolo è simile a quella italiana ma non identica ed è più facile e coerente.
Lettera | pronuncia | trasliterazione |
a | a | a |
b | be | be |
c | ce | se |
d | de | de |
e | e | e |
f | efe | efe |
g | ge | he |
h | hache | ace |
i | i | i |
j | jota | hota |
k | ca | ca |
l | ele | ele |
m | eme | eme |
n | en | ene |
ñ | eñe | egne |
o | o | o |
p | pe | pe |
q | cu | qu |
r | ere | ere |
s | ese | esse |
t | te | te |
u | u | u |
v | uve | ube |
w | doble uve | doble ube |
x | equis | echis |
y | ye | ge |
z | zeta | seta |
la lettera “h” in spagnolo è muta, si scrive ma non si pronuncia come in italiano.
La lettera “j” si pronuncia con un suono aspirato come in “home” in inglese. In spagna si pronuncia più aspirata come nella parola tedescha “nacht”.
Lo stesso suono ha la combinazione “ge“.
Ecco un elenco delle differenze di pronuncia dello spagnolo rispetto all’italiano:
Suono | pronuncia | esempio |
ce | se | cesto |
ci | si | cigarro |
che | ce | machete |
chi | ci | chica |
ge | he | gente |
gi | hi | girón |
gue | ghe | guerra |
gui | ghi | guitarra |
lla | gia come perugia | llave |
lle | ge | llegua |
cia | sia, come ansia | cianuro |
gia | hia | magia |
güe | gue | halagüeño |
güi | gui | güines |
ñ | gn | ñame |
Persona | spagnolo | Italiano |
1 | Yo | Io |
2 | Tú/Vos | Tu |
3 | él/ella | Lui/Lei |
1 | Nosotros | Noi |
2 | Vosotros/Ustedes | Voi/Loro |
3 | Ellos/Ellas | Loro oppure Essi/Esse |
Nella seconda persona del singolare in spagnolo esiste anche Vos,
il quale viene usato in molti paesi latinoamericani come Argentina, Colombia, in Centro America
come Guatemala, Costa Rica, Nicaragua, dove quasi non si usa il Tu, che viene visto come di pessimo gusto
e poca educazione.
Nella seconda persona del plurale (Vosotros/Vosotras) si usa in spagna dove si da del “voi“. Nei paesi latinoamericani si usa “ustedes“, che sarebbe come dare del loro, sia quando si usa in linguaggio formale che informale. Anche se non si usa il pronome personale “voi”, si capisce e viceversa: Se uno spagnolo sente un latinomaericano che dice “ustedes“, capisce che sta dicendo “vosotros“.
-La terza persona del singolare maschile, él (lui), porta l’accento acuto, per differenziarlo dall’articolo “el” (il o lo).
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A volte mi domando se hanno dei figli, se ogni tanto vanno a piedi e si rendono conto quanto sia fastidioso vedere che ti viene addosso un SUV oppure qualcuno che ti inchioda le ruote a 2 cm dal passeggino mentre canti una filastrocca a tuo figlio .
Mi sono reso conto che le persone si trasformano quando sono al volante, perdonoo ogni senso di civiltà.Pensano che il fatto che siano dentro a una scotola di metallo gli dia il diritto di calpestare l’umanità perché nessuno lo vede.Ma non si rendono conto che è meglio perdere un minuto nella vita che non la vita in un minuto?.
Ogni volta che qualcuno mi dà la precedenza e mi lascia passare, lo saluto con un gran sorriso e lo saluto con gesto della mia mano, ringraziandolo, in modo che si senta importante, che quando arrivi al suo posto di lavoro sia più felice perché qualcuno gli ha sorriso, perché ha fatto un gesto bello.
Sono sceso alla fermata del cancello 3 della FIAT e poi ho proseguito a piedi fino al numero 200:erano le 10 del mattino!.Sessantacinque minuti per fare 6 km!, non va bene così, mi sono detto, faccio più in fretta a piedi che non col pullman.Per testare la mia ipotesi, ho desciso di tornare indietro al trotto, anche se continuava a diluviare. Erano le 10:05. Ho fatto tutto Corso Agnelli fino a corso Cosenza, poi ho girrato a sinistra e ho continuato a correre, con la gente che mi guardava stupita di vedermi fare “jogging” sotto la pioggia, fino a via Tripoli.Il pezzo di via Tripoli fino a Corso Racconigi è stato un po’ lungo ma ho scoperto un pezzo di torino che non conoscevo.La città ha un altro fascino quando la si conosce a piedi.Vedi tutte le facciate dei palazzi, i diversi stili architettonici, i balconcini con le piante oppure con la biancheria stesa, la gente che vien e va in fretta, i mercatini in mezzo ai corsi pieni di gente che compera ogni genere alimentare.Tutto questo spetacolo non te lo godi andando in macchina oppure col pullman.
In totale ci ho messo 45 minuti per arrivare a casa in via Verzuolo, meno del pullman,il che vuol dire che in bicicletta potrò dimezzare il tempo.
I primi giorni all’asilo sembrava che tutto filasse liscio e che lui ci si adattasse molto in fretta, ma quando ha capito che non era un gioco, che doveva restarci fino a tardo pomeriggio senza mamma e papà, allora sono cominciati i pianti e i capricci all’ora di essere accolto dalla maestra.
A me fa un po’ male lasciarlo e andare via mentre lui piange e stende le braccia verso di me.Mi sembra, anche se so che non è così, di pagare per sbarazzarmi di mio figlio, di abbandonarlo quando lui ha più bisogno di me ma so che è la soluzione migliore.Preferisco che lui stia in un asilo dove ha la possibilità di giocare con altri bambini, di imparare a condividere i giocattoli, a rispettare ed essere rispettato, a vivere in colettività piuttosto che lasciarlo a casa con una baby-sitter cha fa la sostituta di mamà a pagamento.
Venerdì due novembre comincio a lavorare in un nuovo posto di lavoro e a tempo pieno, quindi lo vedrò mentre lo porto all’asilo e un’ora dopo cena e i weekend.Mi sembra troppo poco tempo tenendo conto che sono stato con lui per 4 mesi dal mattino fino all 14:45.