Cuba Mi vida Nicola
Il 14 giugno partiamo pr Cuba

Dopo una lunga attesa di quasi tre anni, partiamo per Cuba.

Abbiamo prenotato il volo Torino/Madrid/Avana e il giorno dopo Santiago.

E’ un giro lungo ma non c’era niente di meglio. Sono un po’ preoccupato perché questa volta partiamo con Nicola e non sappiamo come reagirà al clima. A giugno fa molto caldo ma speriamo che lo possa sopportare.

Il mangiare mi preoccupa di meno perché lui mangia di tutto, mi preoccupano di più le zanzare. Blinderemo la stanza con le zanzariere anche se mia mamma mi ha detto che non ce ne sono ancora tante.

 

Nicola
Nicola comincia a capire quando usare lo spagnolo e quando usare l’italiano

Anche se Nicola non capisce che io gli parli in una lingua che si chiama spagnolo e Sara in Italiano, comincia a capire che certe parole le deve usare con papà e certe con mamà.

A Sara chiede una mela a me una manzana, a Sara il coltello , a me il cuchillo e via dicendo.

Quando non gli diamo retta ci prova con tutte le parole per cui conoosce un oggetto.

Continua ad avere delle preferenze per certe parole. Usa la parola teto sia con Sara che con me anche se capisce ciuccio.

La tecnica è di non rispondergli oppure soddisfare un suo desiderio se non lo fa nella lingua giusta, così lui si rende conto e usa la parola giusta. Così a poco a poco comincia a separare le parole da usare con papà da quelle di mamà

Nicola
Cambio di stagioni:tutti raffreddati

Domenica scorsa siamo andati in via Freius per vedere il raduno di moto e fare una passeggiata con Nicola.

C’era un po’ di vento ma faceva caldo, quindi non abbiamo messo la giacca a vento a Nicola e nemmeno noi ce la siamo messa.  C’erano un sacco di bancherella che vendevano ogni genere di dolce, collanine, vestiti e i venditori di palloncini. Ne abbiamo preso uno a forma di cavallo visto che Nicola aveva perso il suo durante la sfilata del Primo Maggio. E’ stata una giornata divertentissima. Nicola si è innamorato della Ducati che aveva vinto il GP 2007. Lui ce l’ha come modellino a casa e, quando l’ha vista, diceva “mia, mia, mia” e la voleva prendere. L’ho avvicinato alla pedana perché la guardasse da vicino e ne è rimasto folgorato dicendo “graaaandeee” con l’erre un po’ moscia alla francese.

Il resto della settimana l’ha passata con tremenda tosse e abbiamo dovuto fargli l’aerosol. Adesso sta meglio e siamo noi, Sara ed Io, a dover prenderlo. Speriamo che ci passi presto.

Cuba Mi vida Nicola Un cubano a torino
Primo Maggio 2008 a Torino

Da quando vivo in Italia, maggio 2002, Ho partecipato a tutte le sfilate del primo maggio tranne una.

La prima volta che ho partecipato ho notato delle differenze con il Primo Maggio a Cuba. A Cuba la gente si alza presto per la sfilata e alle 8 sono tutti in piazza. I lavoratori e impiegati sfilano con i loro compagni di lavoro tutti con una maglietta e cappellino aposta per la sfilata in modo che i colori siano uniformi. Sfilano le scuole militare, le forze armate, il Ministero dell’Interno, la polizia in fine quasi tutti.

La sfilata si fa in blocchi compatti e ogni gruppo in ordine .In questo modo chi guarda la sfilata dalla TV o da lontano, può rendersi conto dove si trova ogni gruppo che sfilerà. In una citta’ come Santiago de Cuba con mezzo milione di abitanti, almeno la meta’ sfila. Tanti spontaneamente, altri un po’ obbligati perche’ se lavori non fai bella figura se non ti vedono sfilare e se sei militante della Gioventu’ comunista o del PCC, lo fai per forza. Di solito Raul Castro , quando era il vice, partecipavava a Santiago e Fidel all’Avana in modo che in caso di un attentato non si trovino sullo stesso posto. Quindi la differenza in quantita’ e’ enorme, Torino 30 000 persone. Santiago de Cuba quasi 200 000.

 

 

Ero curioso di vedere come sarebbe andata dopo la sconfitta della sinistra, o scomparsa, dopo le ultime elezioni. Devo dire che mi è piaciuta di più e ho visto più giovani dell’ultima volta. Ho sentito il discorso di Chiamparino in piazza San Carlo e il discorso di una giovane del gruppo GIOC, gioventù operaia cristina.

L’altra differenza è che a Cuba abbiamo sempre sventolato bandiere cubane e anche se dicono che siamo un paese comunista, non si vedono bandiere , nè si sono quasi mai viste, con la falce e il martello. Al massimo una bandiera Rossa con Marx, Engel e Lenin ma mai Stalin come ne ho vista una che sventolava nel gruppo di Rifondazione Comunista. Forse i cubani siamo troppo nazionalisti e pensiamo ai versi di Bonifacio Birne che tornando dall’America dopo la fine della guerra Ispano Cubana, vide aizzate sulla Fortezza del Morro dell’Avana la bandiera cubana con accanto la bandiera americana, disse:

” CON LA FE DE LAS ALMAS AUSTERAS HOY SOSTENGO CON ONDA ENERGIA CHE NO DEBEN FLOTAR DOS BANDERAS DONDE BASTA CON UNA:LA MIA”. La sfilata è stata bella anche perché per la prima volta, visto che ha solo due anni, Nicola Alejandro ha partecipato alla sfilata, tutto vestito di Rosso, ballava per la strada al ritmo della musica dei giovani operai che con un bel rap si domandavano “come mai, come mai, sempre in culo agli operai!”

Nicola
Sara e Nicola partono per Roma

Alle 18.20 sono uscito dall’ufficio per aspettare Sara con Nicola e sua mamma che sarebbero passati a prendermi per andare all’aeroporto di Caselle . Siamo arrivati dopo 20 minuti di macchina.Abbiamo fatto la fila per il checkin, per il volo della Blu-express c’era solo una persona davanti a noi. Ho chiesto a Nicola di darmi una mano a spingere la valigia sul nastro trasportatore.Lui era tutto entusiasta e ha spinto mettendocela tutta finché la valigia non è entrata completamente. Voleva salirci sopra pure lui e ho dovuto tenerlo forte per evitare che me lo portassero via insieme alla valigia. Dopo il check-in siamo andati di sopra per mangiare qualcosa. Ho preso della pasta col sugo di pomodoro per me e Sara ha preso le patate al forno, dell’arrosto e del riso in bianco per Nicola. La pasta erca così molliccia che mi ha fatto venire in mente gli spaghetti che facevano a Cuba nella caffetteria Las Americas a Santiago. Nicola ha fatto un po’ di capricci per mangiare.Prima non voleva stare in braccio a Sara poi voleva stare con Maria. Finalmente l’ho preso io l’ho seduto sulle mie gambe davanti a Sara perché lo imboccasse. Maria, sopo un po’ , mi ha dato il cambio e così ho potuto mangiare gli spaghetti non solo mollicci ma anche freddi!. Nicola ha mangiato tutto il suo riso, l’arrosto e pure le fette di prosciutto di sua Nonna. Dopo mezz’ora di cena siamo scesi all’area D dove c’era l’imbarco per il volo di Roma., in realtà È l’imbarco per tutti i voli visto che è l’unico.Ci siamo salutati e io e Maria ci siamo allontanati un po’ in modo da poter vedere Sara e Nicola ma che Nicola non potesse vederci. Dopo qualche minuto, Nicola mi ha cercato col suo sguardo.Quando ha visto che ero scomparso si è messo a piangere e a chiamarmi. Mi sono emozionato tanto, pieno di felicità e tristezza allo stesso tempo perché avrei dovuto aspettare fino a domenica per potere stare con lui.